Autore
Flavio
Avete mai pensato di sostituire la foto di un vostro documento con un volto di un personaggio famoso?
Dai, qui siamo tra amici, possiamo dircelo! Personalmente è capitato, soprattutto da ragazzo, avere dei momenti cosiddetti "sacco nero" in cui avrei voluto eccome apparire come il mio idolo del momento. Per non parlare poi della prima patente, il tesserino universitario e tutta quella serie di tesserini che puntualmente emergono per fare due risate tra amici (quando ancora lo si potevano fare, ovviamente). Cambiare identità, oggigiorno, è molto più di uno scherzo e tutti i social network ne sono portatori di esempi più o meno eclatanti: dal sito di incontri alla truffa, dal profilo falso fino al documento falso.
Non è questa la sede di indagine né di interesse, senza dubbio alcuno, tuttavia è importante rilevare l'importanza che viene data all'apparire, al mostrarsi. Attenzione, non parlo solo di aspetto egoico - certo, il nostro amico Ego è sempre coinvolto - ma voglio sottolineare l'importanza data alla cura della propria immagine.
Dal punto di vista personale, lavorativo, sociale, condividere la versione migliore di noi stessi significa portare avanti una costante crescita personale capace di coinvolgere anche chi ci circonda! Perchè? Beh, da un appuntamento romantico ad un congresso aziendale, da una partita allo stadio ad un matrimonio, la cura al dettaglio è ciò che ci consente di valorizzare al massimo l'attimo che stiamo vivendo oltre che trasmettere agli altri piena consapevolezza delle nostre abilità contestuali, temporali e sociali. Il clima stesso di alcuni ambienti pubblici (e privati) viene influenzato dal vestito che indossiamo. I modi di dire sottolineano spesso il forte legame che l'immagine ha con l'ambito comportamentale: "l'abito non fa il monaco", " quel ruolo gli calza a pennello", "vestita di promesse" ecc...
E cosa ci fa pensare che per il suono sia diverso?
Pensate un istante ad una lista di amici intimi. Qual'è la loro frase tipica? Il loro motto? Come vi salutano? Sapreste imitarli? Piuttosto semplice vero? Piccolo passo ulteriore, parliamo di persone famose, personaggi di successo. Dagli attori ai doppiatori, dagli imprenditori fino ai musicisti. Ci sono voci che riconosceremmo ovunque, frasi la cui pronuncia ci rimanda direttamente a quella data persona/evento.
Chiunque fa la differenza ha la caratteristica di essere ricordato/ricordabile dai 5 sensi.
Le nostre orecchie, i nostri occhi (tutti i sensi in realtà) registrano di continuo: che si stia guidando, che si legga un giornale in spiaggia, che si guardi un film al cinema, che si stia lavando i piatti e persino mentre dormiamo... il nostro hard disk interno ha memoria illimitata, regista sempre. Siccome gestire contemporaneamente miliardi di input ci porterebbe alla pazzia in pochi secondi, solo alcuni stimoli vengono portati alla luce e tra essi solo alcuni catturano la nostra attenzione; affinché un suono, un paesaggio, una frase -vale per tutto- si distingua deve essere particolare, diverso dagli altri, unico nel suo genere (stranezze comprese).
Proprio per questo motivo siamo in grado di riconoscere il panino più famoso del mondo solo canticchiando "pàra pàppa pà " o vedendo due collinette d'oro. Quando l'immagine viene associata ad una sigla la combo diventa potentissima.
Alzi la mano chi non ha avuto un leggero mancamento quando hanno cambiato il doppiatore del proprio attore preferito. Abituati a vederlo e sentirlo in un certo modo all'inizio del nuovo film è davvero dura accettare il cambiamento, e la nostra testa pensa "non è più lui". Davvero in questi casi l'identità sonora viaggia di pari passo con quella visiva. Se un logo, di fatto, potrebbe essere definito superficialmente come il riassunto visivo di un prodotto/marchio/servizio /personaggio, analogamente il suono associato diventa il riassunto sonoro del soggetto in questione.
Teniamo presente ancora un aspetto tanto ovvio quanto sottovalutato: il desiderio di fare breccia. Si parla cioè di ciò che vuoi mostrare di te/del tuo lavoro. Che si tratti del lancio di un nuovo prodotto o di una conquista personale vuoi che "la foto di quel momento" possa esaltare ciò che di te è il meglio possibile. E come puoi pensare di essere unico se usi "il vestito che indossano tutti"? Attenzione, distinguiamo bene unico da originale. Voler essere originale è una tra le dinamiche più banali che vi siano. Essere unici è invece una tra le risorse più potenti a disposizione perchè basata una certezza: la nostra unicità personale.
Siamo già unici in partenza e dunque la difficoltà risulta rimanerlo il più possibile.
Mode, abitudini, comodità, cultura sono aspetti che senza omologazione perderebbero l'80% del loro potere socio-economico. Essere unico non significa ribellarsi o andare contro alla massa, tutt'altro, vuol dire immergersi in un mare enorme senza però illudersi di diventare un pesce, mantenendo cioè l'attenzione sulla propria umanità. Diventa dunque un'immersione consapevole in cui ognuno ha "la sua boccata d'ossigeno" senza far finta di avere "i polmoni altrui".
Coltivare le proprie unicità nell'epoca del "basta un click" è uno dei pochi modi efficaci per crescere. In rete tutti possono prendere un paesaggio, una canzone, uno spot, e fingere che sia proprio apportando poche modifiche. Bene, lasciamoglielo fare! Sono i primi concorrenti ad autoeliminiarsi dal gioco (che conta!).
Si è vero....in breve tempo e con budget limitato si può costruire un brand, verissimo. Nel campo musicale ad esempio vi sono siti in cui artisti vendono file midi / mp3 che con 3-5€ sono poi scaricabili a piacimento, senza poi considerare la miriadi di file gratuiti trovabili in rete. Al di là dell'innata tendenza ad ottenere il massimo con il minimo sforzo - processo spesso salvifico e da lodare - bisogna però essere bravi a capire quali sono quei pochi, pochissimi momenti - se ci pensate si parla davvero di un numero limitato - in cui invece occorre "dare tutto". Per prepararci ad una gara alleniamoci pure con le magliette bucate, tuttavia il giorno dell'evento facciamo in modo di essere impeccabili. Questo, a prescindere dall'esito che avverrà, ci consentirà comunque di aver dato un contributo davvero unico al nostro tentativo - che sia un lancio aziendale, un nuovo progetto, uno spettacolo.
Personalmente, i rimpianti più grandi non corrispondo per forza a sconfitte o delusioni, bensì al numero di volte in cui posso ripetermi "potevi fare di più". La pandemia ha acuito questa consapevolezza, unita al fatto di saper scegliere quali siano i momenti in cui rifiatare e quando invece scattare. Che le risorse siano limitate, come il fiato nella corsa, bisogna ammetterlo senza però viverlo come un problema. Less is more è molto più che un semplice modo di dire, è una vera e propria ricetta magica che sta ad indicare come l'efficacia del poco ben fatto superi di gran lunga il tanto a casaccio.
Il tema di Harry Potter? Se avete visto i film saprete che, da un punto di vista tecnico, si tratta di poco più che una quindicina di note suonabili da uno studente alla terza lezione di pianoforte ma l'efficacia che raggiungono è davvero molto più magica della bacchetta di Sambuco. Un vero e proprio brand capace di fare subito atmosfera e notorietà. La ricetta per andare in quella direzione? Semplicissima: calarsi nel prodotto. Preparare un vestito dopo aver le misure della persona, un menù dopo aver conosciuto i gusti degli invitati e, soprattutto, avere un professionista che in quel momento si occupi di te, solo esclusivamente di te.
Due esempi di spot da 30 secondi. Belli o brutti? Unici, questo è sicuro, il resto ditelo voi.
https://www.instagram.com/p/CMw--wKKdcE/
2. Prodotto finito di uno negozio del territorio.
https://www.instagram.com/p/CM-I2tYjcUd/
Se avete dubbi, suggestioni, suggerimenti o siete interessati ad approfondire l'argomento scrivetemi.
Alla prossima!
Flavio
On-line dal 29-03-2021 questa pagina
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