NUOVA OFFICINA TORINESE # tre
Dopo la seconda metà degli anni ’70, quando viene meno la spinta propulsiva delle avanguardie storiche della prima e della seconda metà del secolo l’arte si incammina lungo un percorso di citazione delle esperienze del passato in cui si può intravedere il rimpianto per la perdita di antiche certezze, atteggiamento che è rispecchiamento ed emanazione della parallela condizione strutturale della politica e della religione. Il nichilismo che caratterizza l’ultimo quarto del Novecento è figlio di questo stato di cose e l’arte ne affianca l’incedere con un atteggiamento di esasperato individualismo solo in determinati casi portatore di autentico rinnovamento linguistico.
Tuttavia in questi anni d’esordio del nuovo millennio si intravede la possibilità di una “terza via” al di là di improbabili volontà di restaurazione di una classicità statica o di un totale annullamento dell’arte nel reale e nella comunicazione : un atteggiamento che, pur partecipando alle vicende del quotidiano, interviene su di esse per gettarvi verità, resistendo al conformismo ed alla massificazione dell’opera per restituire all’arte grandezza progettuale e dignità estetica, e questo nonostante l’arte sia divenuta ormai componente non marginale della contemporanea “società dello spettacolo”.
L’ultima generazione affianca la valorizzazione della propria individualità con la riscoperta di una dimensione comunitaria del progettare, e l’uso delle nuove tecnologie con la consapevolezza dell’importanza di una corretta impostazione formale ; l’approdo è un risultato in cui spesso il linguaggio trascende l’immanenza del quotidiano in un eclettismo stilistico dove continuano a convivere e ad integrarsi varie possibilità espressive che allargano il campo della ricerca, con la pittura a giocare ancora un ruolo fondamentale di mediazione e sintesi dei linguaggi
Questa collettiva, a cura di Edoardo Di Mauro, è la quarta di una serie che si protrarrà nel tempo, in una accezione multidisciplinare, fino ad assumere i contorni di un vero e proprio "brand".
La prima si inaugurò nel settembre 2015, all'epoca della collaborazione con la HulaHoop Gallery di Togaci Gaudiano nella sede del Museo d'Arte Urbana, con il titolo di “Nuova Officina Torinese # zero”, la seconda sabato 7 maggio 2016, in abbinamento ad una serata bianca in via Rocciamelone, la terza il 16 settembre 2016.
"Nuova Officina" getta lo sguardo sulla situazione attuale del panorama della giovane arte del capoluogo subalpino, da sempre luogo ideale per intuire i percorsi dell’avanguardia, con una particolare attenzione nei confronti di quella fucina di talenti che è l'Accademia Albertina di Belle Arti.
In mostra sarà possibile fruire di un ennesimo significativo spaccato della scena cittadina, fotografata in un momento di crisi e di passaggio, al tempo stesso caratterizzato da un intensa e quasi frenetica carica creativa, che si traduce in una miriade di eventi giornalieri, spesso collocati in luoghi e spazi poco canonici, con una estroversione ed una empatia che rivaluta la dimensione coniugata e comunitaria.
Nella Galleria del Museo d'Arte Urbana saranno presenti, venerdì 24 febbraio 2017 dalle 18.30 alle 21.30, quattro autori.
Gianbattista Lanni coniuga, nel suo lavoro, espressione artistica ed impegno civile. I temi da lui affrontati sono vari ma tutti di stringente attualità. In mostra sarà presente un' unica opera bidimensionale di grandi dimensioni, intitolata "Sulla pelle", dove, su sfondo nero, si stagliano le sagome bianche di un uomo con la sua bicicletta ed i segni inequivocabili di una brusca frenata. Quest'opera si colloca nella scia della riflessione di Lanni su un arredo artistico urbano in grado di far coesistete l'esigenza della sicurezza e del rispetto delle regole comuni, con l'inserimento, nella tradizionale ed asettica segnaletica, di coefficienti importanti di arte e creatività. Le sue sagome scultoree colorate ed essenziali, dal titolo "Progetto Bimbo", sono state oggetto, a settembre, di una installazione temporanea e sperimentale in via Rocciamelone. che ha riscontrato un notevole gradimento da parte dei residenti e che speriamo di rendere prima o poi permanente.
Il lavoro di Francesca Nigra, per talune sue caratteristiche, può essere accostato a quello di alcuni compagni di generazione, che concentrano la loro attenzione sulla poetica e sulle dinamiche del corpo. La versione che la Nigra fornisce è però originale ed altamente riconoscibile. Sia per la dimensione di sottile scavo al di sotto dell'epidermide, verso la reale dimensione interiore dei soggetti rappresentati, che per la raffinata tecnica, ed il sapiente inserto di elementi decorativi, talvolta fitomorfici e florealistici, che collegano la sua arte al Simbolismo "fien de siècle", dotandolo di una misteriosa sospensione magica, come testimoniato dall'alta qualità ed originalità delle opere murali recentemente dedicate al Liberty torinese.
Andrea Sbra Perego è un artista originario di Bergamo, ma da sempre attivo in una febbrile itineranza di spazi e di luoghi, che attualmente vede in Torino un centro idoneo per la sua ricerca. Una ricerca artistica caratterizzata da una evidente dimensione di dinamismo che gli consente di raggiungere una intensità di cromia e ritmo visivo ragguardevoli. Gli scenari prediletti da Sbra Perego sono i luoghi di passaggio e di transito come grandi stazioni ed aeroporti, spazi, cioè, caratterizzati da una fruizione veloce ed in buona parte distratta, tuttavia connotati da una dimensione di vissuto personale, quella del viaggio, che non li apparenta, almeno non del tutto, ai cosiddetti"non luoghi", come centri commerciali od aree di servizio. L'artista fornisce la visione dinamica della folla in movimento, che trasmette al fruitore l'intensità e la vibrazione del ritmo metropolitano.
Irene Ruiu è un autrice inquadrabile in una dimensione di creatività allargata che rappresenta una delle componenti progettuali la cui comprensione è necessaria per leggere la nostra dimensione contemporanea. Così come sta venendo meno il concetto di galleria tradizionale, sostituito sempre più di frequente dalla dimensione ampia della "factory", allo stesso modo molti artisti giocano su più fronti, mantenendo inalterata la coerenza della loro proposta. Irene Ruiu, laureata in Architettura, è attiva negli ambiti dell'illustrazione, del design, e della pittura murale, non si può non citare la grande e suggestiva opera prodotta dal MAU per la Scuola Manzoni di corso Svizzera dal titolo "Coltiva il fiore che sarai....". Nelle tele presentate in occasione di "Nuova Officina", la Ruiu illustrerà alcune delle linee guida del suo stile, in grado di rappresentare la dimensione del quotidiano con spirito ludico e al tempo stesso di calarci nella dimensione di un reincanto, proposto con una figurazione avvolgente, che ci conduce nella dimensione del sogno creativo e della fabulazione tipiche dell'immaginario infantile.
Edoardo Di Mauro
On-line dal 13-02-2017 questa pagina
è stata consultata da 831 visitatori univoci.
Aggrega contenuto