Il Museo d'Arte Urbana, con questa personale di Alberto Ferrati, pittore e medico specializzato in Ortopedia dell'Ospedale Maria Vittoria, inaugura un nuovo ciclo di iniziative dal titolo "Una Vetrina sul Territorio".
Saranno presentati artisti e creativi la cui attività si svolge nel Borgo Campidoglio e zone limitrofe, a testimonianza del forte radicamento del MAU nel territorio e del suo essere punto di riferimento e coordinatore di iniziative promozionali, a sfondo artistico e sociale.
La mostra si inaugura venerdì 3 febbraio, dalle 18.30 alle 21.30, presso la Galleria del MAU, via Rocciamelone 7 c Torino
Durata : fino al 20 febbraio. apertura il lunedì dalle 17,00 alle 19.00, altri giorni su appuntamento.
Info : 335 6398351 info@museoarteurbana.it www.museoarteurbana.it
Enti sostenitori : Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT
Sponsor tecnici : OIKOS Colore e Materia per l'Architettura, Federico Fiammengo srl
Data troppo affrettatamente per inadeguata ai tempi e tuttora vittima di superficiali interpretazioni critiche, assillate da una affannosa rincorsa ai parametri di un gusto artistico che più ci si sforza di definire e delimitare più sfugge in mille direzioni, la pittura mantiene una invidiabile vitalità che le consente di calcare egregiamente la scena, adeguandosi con armonia alle mutazioni di una società in rapida e frenetica evoluzione. La pittura è da sempre simbolo ed emblema di quella “technè” intesa nell’accezione etimologica di pratica manuale implicita al concetto originario di arte. Un concetto dove il procedimento mentale, l’ambito elevato relativo al mondo delle idee, per concretizzarsi in una rappresentazione oggettivamente fruibile deve essere in grado di gettare luce sull’esterno per mostrarci le cose della vita nella loro esatta dimensione, nella loro essenza intelligibile, illuminandoci sulla bellezza od anche la negatività di quanto di circonda con quella capacità rivelatoria propria del talento artistico. La pittura è da sempre la casa di tutte le tecniche e di tutti i progetti, luogo eletto da cui traggono origine le manifestazioni sensibili dell’arte, ed è per questa sua inarrivabile natura che ha saputo attraversare le epoche della storia mantenendo sempre, nei casi migliori, la sua carica di espressività. Chi scrive ha sempre guardato con occhio il più possibile attento l’evoluzione fenomenologica delle arti, arrivando alla convinzione che il progresso della tecnologia gioca da sempre un ruolo centrale in quello che è l’adeguarsi del linguaggio a nuove impostazioni formali.
Alberto Ferrati è un pittore che, prima di ogni altra cosa, crede nel valore di questo medium, con cui riesce a comunicarci il suo stato d'animo rispetto alla realtà e la sua dimensione di vissuto personale e di memoria, a trasmetterci il suo "messaggio".
Le tele di Ferrati si caratterizzano per la predilezione nei confronti di cromie vive ed intense, distribuite con regolarità all'interno dello spazio compositivo, e per una precisione nel tratto, che non intende, però , ridursi a mero virtuosismo, per concentrarsi sull'essenzialità della forma, memore della lezione delle avanguardie simboliste da lui predilette.
I temi scelti spaziano su vari fronti, dalle architetture torinesi, intrise di una dimensione magica e metafisica, che Ferrati sa ben evidenziare, a brani di attualità e di cronaca e denuncia sociale, così come particolari di vissuto quotidiano di cui l'artista evidenzia la riposta poesia.
Nella personale allestita presso la Galleria del MAU sarà possibile fruire di una panoramica sintetica ma esaustiva della sua poetica.
Dal gruppo di manifestanti nel centro di Torino, che diventano componenti di un vivace paesaggio metropolitano, alle icone di writers, cantori di una nuova poetica urbana, dove il messaggio artistico esce fuori dai contenitori abituali per offrirsi ad una lettura partecipe e collettiva, all'omaggio alla tradizione della cultura popolare italiana, con il quadro, dalla forte valenza allegorica, dedicato alla "pizzica" salentina.
Di particolare interesse un lavoro a tecnica mista dove il Caravaggio si scaglia contro la mercificazione dell'arte contemporanea, simboleggiata dal collage di ritagli di riviste d'arte che, specie in Italia, hanno di frequente abdicato ad una funzione di informazione obiettiva per ridursi ad "affittuari" di spazi pubblicitari.
Edoardo Di Mauro
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