Immagina di non avere un corpo e di non fare le cose che siamo abituati a fare: la spesa, prendere l’autobus, commuoversi per un film. L’anima sopravviverebbe lo stesso? A chiederselo sono i due giovani protagonisti di Non vengo più mamma: opera che è un vero e proprio atto poetico per Antonio Dimartino.
Ricercare la vita autentica, fuori dalla vita stessa, spingendosi oltre tutti i confini possibili, che nel caso dei due ragazzi significa ordinare a domicilio un kit della dolce morte e ritrovarsi a chiudere gli occhi, con la stessa facilità con cui di solito li si tiene aperti. Un tema importante e attuale quello scelto dal cantautore siciliano, inconsueto per forma e contenuto. Un concept pubblicato solo in vinile, in cui la narrazione trova la sua forza espressiva nelle tavole del disegnatore palermitano Igor Scalisi Palminteri, lasciando ai brani musicali, scritti in stretta collaborazione con Angelo Trabace al pianoforte e Giusto Correnti alla batteria, la funzione di ambientazione sonora. Dimartino affida le sue parole sia ai disegni che alla musica, andando oltre i confini della formacanzone e percorrendo i sentieri dell’elettronica contemporanea. Piega le leggi di gravità, riscrive lo spazio: e lo fa grazie a una storia potentissima, che mette a soqquadro il senso comune, il respiro e l’esistenza come l’abbiamo finora vissuta e pensata.
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