presentazione del romanzo a fumetti
La seconda volta che ho visto Roma
presso
Libreria L'ibrida Bottega,
Via Romani 0/a
Torino
La capitale raccontata da Marco Corona è quella paralizzata dalla neve dello scorso inverno e quella che si scioglie nell’arsura delle torride estati del nuovo secolo; è la città occupata dai tedeschi nel 1943 e quella scossa dallo scandalo di via Gradoli; è la Roma dei centri sociali autogestiti e ancora, allo stesso tempo, la madre dell’Impero devastata dalle fiamme nel 64 dopo Cristo. È un organismo vivente, mostro e regina; lo specchio in cui un Paese di epoca in epoca sempre spaventosamente uguale proietta il proprio impietoso riflesso. Così nelle coloratissime tavole di Corona la patria di antichi e nuovi stornellatori – in un presente dai contorni onirici, eppure terribilmente reale – è schiacciata dal giogo dell’ennesimo imperatore, Ferocius, che ne percorre le strade in auto blu per poi venire aggredito dalla folla con una statuetta del Colosseo; e la realtà sognata si sovrappone pericolosamente a quella vissuta, in un racconto assieme dolce e spietato che narra come mai prima d’ora tutto il disagio e tutta la passione che l’amore per il proprio Paese possono scatenare.
Marco Corona è nato a Carmagnola (TO) nel 1967. Ha pubblicato in Italia e all’estero: Frida Kahlo, una biografia surreale (Black Velvet, Rackham), 32 coups de toux (Le Dernier Cri), Comix 2000 (L’Association), Cadavre Exquis (Centro Fumetto Andrea Pazienza). Alcune delle sue storie brevi sono state pubblicate su rivista. Ha esposto i suoi lavori a Treviso, al Leoncavallo di Milano e alla Biennale dell’Arte Emergente di Torino. Per Coconino Press ha pubblicato Bestiario padano, In mezzo, l’Atlantico, L’Ombra di Walt e - all’interno della collana Ignatz - i primi tre episodi della serie Riflessi.
Marco Corona è uno dei più importanti autori di fumetto italiani e La seconda volta che ho visto Roma, la sua opera più recente, è giunta in libreria a fine maggio. È un lavoro, in cui troviamo mischiate alla perfezione esperienze personali recenti, ricordi di un passato più o meno remoto e avvenimenti della storia romana e italiana in un continuo gioco di rimandi, citazioni e incastri. L’evocazione più forte che ci è rimasta è quella di un libro circolare, in cui personale e universale marciano intrecciati e insieme contribuiscono a formare un affresco di quest’Italia di inizio secolo, così decadente e schiava di vizi oramai secolari. È sintomatico che la seconda volta che Marco vide Roma fu nel 1994: il libro parte da un viaggio in autostop fatto dall’autore e da due amiche alla volta della capitale, per andare a vedere un concerto dei Marlene Kuntz, storica band cuneese. E il 1994 è l’anno in cui Berlusconi decide di scendere in politica, a due anni dal terremoto provocato da Mani Pulite. Il viaggio non è solo dell’autore, ma anche dell’Italia. E ci troveremo il girovagare dell’autore tra Trastevere e il Forte Prenestino, dove si tiene una delle più importanti rassegne del fumetto indipendente; vedremo la Ferilli e Venditti festeggiare per lo scudetto giallorosso; ci immergeremo nei sogni di un’insegnante che vorrebbe parlare di Tacito a una classe poco interessata; vedremo la gran nevicata del 2012, che ricorda tanto quella dell’Eternauta; torneremo in Via Gradoli, dove si consumò la mini tragedia di Marrazzo…
La capitale raccontata dall’autore è quella paralizzata dalla neve e quella che si scioglie nell’arsura delle torride estati del nuovo secolo; è la città occupata dai tedeschi nel 1943 e quella scossa dallo scandalo di via Gradoli; è la Roma dei centri sociali autogestiti e ancora, allo stesso tempo, la madre dell’Impero devastata dalle fiamme nel 64 dopo Cristo. È un organismo vivente, mostro e regina; lo specchio in cui un Paese di epoca in epoca sempre spaventosamente uguale proietta il proprio impietoso riflesso. Così nelle coloratissime tavole di Corona la patria di antichi e nuovi stornellatori – in un presente dai contorni onirici, eppure terribilmente reale – è schiacciata dal giogo dell’ennesimo imperatore, Ferocius, che ne percorre le strade in auto blu per poi venire aggredito dalla folla con una statuetta del Colosseo; e la realtà sognata si sovrappone pericolosamente a quella vissuta, in un racconto assieme dolce e spietato che narra come mai prima d’ora tutto il disagio e tutta la passione che l’amore per il proprio Paese possono scatenare.
A Torino, intervengono con l’autore Serena Fumero e Silvia Ceriani di Salone del Lutto, in veste più di ammiratrici e amiche che di dame in nero.
Accompagna al suo contrabbasso Lucio Villani, alias “Big Lucho”.
On-line dal 25-06-2013 questa pagina
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