E’ morto a 71 anni Pietro Anastasi, storico attaccante della Juventus con cui vinse tre scudetti.
Anastasi di origini catanesi iniziò la carriera nel Varese della seconda metà degli Anni 60, passando alla Juve nel 1968 per 650 milioni, cifra importante per l’epoca.
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Anastasi ha giocato con i bianconeri per 8 stagioni, vincendo tre scudetti per un totale di 258 partite in serie A, realizzando 78 gol.
Giocò anche con Inter, Ascoli e Lugano per un totale di 338 gare nella massima serie segnando 105 gol
Campione europeo con la nazionale italiana nel 1968, in azzurro ha giocato 25 partite per 8 reti.
Oggi è un giorno triste per tutta la Juventus, per il calcio italiano e per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Pietro Anastasi ci ha lasciato all’età di 71 anni. Era impossibile non volere bene a “Pietruzzu”, come lo chiamavano tutti i tifosi a rimarcarne la sua origine siciliana, perché è stato uno juventino fino in fondo e alla squadra del suo cuore ha trasmesso tutta la sua passione. Quella che da bambino, raccattapalle al Cibali di Catania, lo vede chiedere una foto accanto al suo idolo John Charles. Il sogno di vestire la maglia bianconera si concretizza nel 1968: Pietro arriva a Torino forte di una stagione memorabile nel Varese e di un gol storico in maglia azzurra nella finale dell’Europeo a Roma. Alla Juventus Pietro regala anni straordinari fino al 1976 per un totale di 303 presenze e 130 gol. Ma le cifre e l’attaccamento alla maglia spiegano solo in parte l’amore della gente nei suoi confronti. Il suo coraggio nelle giocate, le sue reti in acrobazia, il suo spirito da lottatore lo rendono un idolo, capace di exploit indimenticabili, come i 3 gol segnati alla Lazio in 4 minuti in una gara iniziata seduto in panchina. Un amore che lo stadio Comunale tradusse con lo striscione con la scritta: “Anastasi Pelè bianco”. La vita di Pietro è stata un vero romanzo bianconero, negli anni 70′ Hurrà Juventus gli dedicò una narrazione a puntate per diversi numeri”. La Juventus abbraccia la moglie Anna, i figli Silvano e Gianluca e saluta Pietro con una semplice parola grande quanto lui: Grazie
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