Siamo a Val Salice, ipotetico paesino al confine tra Liguria e Piemonte. Qui è ambientato Io sono l’usignolo, ottimo thriller di Emanuela Navone. Il protagonista è Rubino Traverso, giornalista “in disgrazia” che si trasferisce proprio a Val Salice con moglie e figlia e dovrà raccontare una storia per salvare il proprio posto di lavoro.
La storia la trova ed è forte: anni prima un incendio doloso ha distrutto la casa del sindaco, uccidendolo. Sembra però che nessuno in paese abbia voglia di esporsi troppo per raccontare questa storia, che pare avere un po’ troppi lati ancora oscuri. Il protagonista non mollerà la presa, mettendo a serio rischio la sua stessa vita. Trovate qui la recensione completa del libro.
Emanuela Navone ha risposto alle mie domande.
Un thriller vero, tosto, con tratti perfino horror. Come è nata questa storia?
Oddio, horror mi sembra esagerato, però è buffo perché alle origini, quasi dieci anni fa, doveva essere davvero un horror, e molto breve. Non ho granché memoria di come sia nata effettivamente la storia, solo appunto che doveva essere horror e breve, e doveva riguardare una sorta di vendetta. La vendetta è in un certo senso rimasta, ma l’impianto narrativo è stato radicalmente stravolto, con svariate riscritture al fine di trovare la giusta quadra. Ci ho lavorato a lungo e non è luogo comune scrivere che ho sputato sangue. L’idea di far agire un personaggio del tutto estraneo alla vicenda mi ha stuzzicato sin da subito, e nella riscrittura sono partita dall’assunto base: “Come si comporta un uomo come tutti noi di fronte a vicende più grandi di lui e di cui non può (e non vuole) fare a meno?” Da qui la storia de Io sono l’usignolo. Ricordo inoltre che è da poco uscita la nuova versione con nuova copertina, disegnata dall’illustratrice Alice Pasotti.
Il protagonista è un giornalista non proprio sulla cresta dell’onda. Come hai costruito il personaggio?
Rubino Traverso lo hanno praticamente detestato tutti, o quasi, quelli che l’hanno letto. La critica che va per la maggiore è che un uomo senza polso, né antieroe né eroe negativo… semplicemente un pupazzo. Critica più che giusta, per carità, ma mi serviva proprio un protagonista così, un uomo che si lasci trasportare dalla curiosità e soprattutto dalle emozioni, anziché usare la ragione. Mi serviva un protagonista pieno di difetti e con pochi pregi, ma che alla fine riesce più o meno a, non dico salvarsi, ma ottenere nuove consapevolezze. E sì, forse è un po’ troppo “zerbinato”, ma pazienza.
Un paese piccolo tende a nascondere i suoi segreti, soprattutto se sono segreti indicibili. La storia avrebbe potuto essere ambientata in una grande città?
Tutti dicono “scrivi di quello che sai”, e abitando in un paesino forse molti penseranno che abbia scelto Val Salice perché conosco le dinamiche delle piccole realtà. Invece la storia non avrebbe avuto senso se fosse stata ambientata in una grande città. Sarebbe mancato il contatto con le persone tipico dei paesi, e il “segreto” avrebbe avuto meno peso. Inoltre mi piaceva l’idea di pensare che un paesino sperduto sull’Appennino ligure potesse nascondere così tante cose fosche. Ah, per la cronaca: Val Salice esiste davvero, solo ha un altro nome.
Siamo al confine tra Piemonte e Liguria, qual è il tuo rapporto con questo territorio?
Vivo in un paesino tra Liguria e Piemonte (no, non quello del romanzo) da ormai trent’anni e sono molto legata al mio territorio. Diciamo che mi considero una “montanara imbruttita” e non credo riuscirei mai a vivere in una grande città, sebbene in passato sia successo. Mi piacciono le piccole realtà (non necessariamente le persone che ci vivono), la quiete e aborro la fretta delle cittadine più grandi. Mi piace passeggiare per i monti del mio paese o prendere la macchina e perdermi per le valli limitrofe.
Immagina una trasposizione cinematografica del tuo romanzo. Quali attori ti piacerebbe interpretasssero i tuoi personaggi?
Oddio, non seguo granché i film quindi… aiuto, non so cosa rispondere! Non saprei proprio quali autori potrebbero interpretare i miei personaggi, mi spiace. Però l’idea di un film, anche a un livello locale e quindi non famoso, sarebbe interessante.
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