C’era una volta Noè che salvò, grazie alla sua arca, coppie di animali dal grande diluvio e così salvò anche il gatto e ne permise la sua discendenza.
C’era una volta l’antico Egitto dove i gatti comparvero accanto agli uomini che coltivavano i campi di grano e li aiutarono a difendere le scorte dagli assalti dei topi. Nel I secolo d.c. i gatti furono reclutati sulle navi come “mozzi” al fine di contrastare i topi e durante i loro viaggi raggiunsero l’Europa. In Egitto i gatti domestici compaiono nelle rappresentazioni tombali a partire dal Nuovo Regno (1500 a.c.) e spesso sono rappresentati in dipinti che li ritraggono mentre sono appollaiati su un fascio di papiri, pronti a scattare sulle prede. Nel Museo Egizio di Torino si possono trovare piccole mummie di gatti, sepolti con i loro amici umani. Essi erano considerati sacri e la dea gatta Bastet, raffigurata con corpo di donna e testa di gatta, era deputata a proteggere e rassicurare in quanto patrona della fertilità, della maternità e della vita domestica.
E poi c’era una volta “Il gatto con gli stivali”, una fiaba popolare europea che alcuni fanno risalire a Giovanni Francesco Straparola; non è chiaro se tale favola sia nata dalla fantasia dell’autore o se si tratti della trascrizione di un racconto della tradizione popolare. Certo in questa favola il gatto è grande protagonista e risaltano la sue doti di intelligenza e scaltrezza e, non ultimo, il suo affetto per il giovane figlio del mugnaio e suo padrone.
E poi c’era una volta il gatto, bugiardo e truffatore, che insieme alla volpe tenta di derubare Pinocchio oppure c’era una volta il gatto, dolce premuroso che insegnò a volare ad una gabbanella; Collodi e Sepulveda hanno saputo entrare nell’anima di questo piccolo delizioso felino e descriverne le diverse caratteristiche. Poe, Baudelaire, Verlaine, Saba, Keats, Apollinaire, Pessoa, Eliot, Borges, Neruda, Rodari sono solo alcuni degli scrittori e dei poeti che hanno amato e cantato questo affascinante animale.
La giornata /festa del gatto è nata in Italia nel 1990 ed è celebrata il 17 febbraio. La data è stata scelta in seguito al risultato di un referendum lanciato della giornalista Claudia Angeletti sulla rivista “Tuttogatto”. La proposta vincitrice muoveva da alcune considerazioni in merito alle caratteristiche dei piccoli felini. Febbraio è astrologicamente collegato al segno dell’acquario, che ben rappresenta gli spiriti liberi e anticonformisti come quelli dei gatti; nelle narrazioni popolari tale mese era “il mese dei gatti e delle streghe” e creava così uno stretto collegamento tra gatto e magia e i gatti sono veramente animali magici; il 17 è sempre stato considerato un numero negativo, portatore di sventura e la medesima fama nefasta è stata nel tempo riservata ai gatti; l’anagramma del numero romano XVII risulta VIXI, cioè “vissi” e quindi “sono morto”. Al contrario, per il gatto leggenda vuole che esistano altre vite e quindi 17 diventa “1 vita per sette volte”. Ecco allora svelato il motivo per cui la festa del gatto viene celebrata il 17 febbraio.
Ed ora, cari amici dei nostri piccoli amati preparatevi a festeggiare con affetto e allegria questa giornata dedicata al gatto, preparando per i vostri felini di casa bellissimi patè al tonno a forma di topini e ricordandovi dei gatti meno fortunati che non hanno una casa riscaldata e pasti assicurati ma che dipendono all’amore di tanti volontari e volontarie che si dedicano a loro. La nostra associazione segue oltre 200 felini, molti di cui ospiti nella struttura di Via Zanella, struttura che ha bisogno di aiuto!
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