"100 ore Torino"; il concorso il cui incipit è -scritto, prodotto e montato in 100 ore di lavoro- ha il Suo Vincitore:
Pensate di abitare nel quartiere di San Salvario a Torino. Pensate alle ordinanze comunali che regolamentano la vita notturna della zona, obbligando i locali a chiudere alle tre. Pensate ai pochi servizi notturni, compresi metro e bus, a favore della movida torinese. E adesso pensate di essere dei vampiri. Come vi sentireste? Sicuramente discriminati.
È il tema, volutamente paradossale, che sta alla base di Transalvario: un mockumentary (cioè un falso documentario) che racconta 12 ore passate con una "creatura della notte" decisamente indignata per quello che sta succedendo. D'altra parte, come dice lui, "se chiudete i dehors alle due, io dove vado a pranzo?".
Il quartiere, attraverso questa visione parodistica e ironica, si trasforma in un microcosmo in cui, partendo dalla disputa sulla movida, si arriva a parlare più in generale di cultura, di musica, di giovani, di Italia. Forse i vampiri sono i trentenni affamati d’arte e di lavoro, che non trovano il loro posto?
Nonostante, o forse proprio grazie ai molti stimolanti criteri imposti dal concorso 100 ore Torino, di cui Transalvario è vincitore, Daniele Lombardi, Lydia Corbelli e Martina Tormena girano un corto agile, spigliato e creativo, rispettando tutte le tecniche della narrazione documentaristica, con il grande pregio di combinare in modo equilibrato elementi trash e riflessioni profonde, dando spazio alla divertente interpretazione di Max McMorte, artista poliedrico sempre "sul pezzo".
Chicca finale, le musiche originali di Maria Messina ispirate al film di Herzog, Nosferatu, il principe della notte.
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